Come lavora una galleria d’arte
A questo punto, viste le sovrapposizioni fra l’attuale natura delle gallerie e dei musei d’arte, andrebbe fatta una distinzione più netta. Come fare a capire cosa fa di preciso l’una e cosa gli altri?
Se ai secondi spetta la conservazione e la tutela di invenzioni, scoperte, creazioni umane e tutto ciò che è compreso in queste tre macrocategorie, e se sappiamo che tutte le figure professionali al lavoro in un museo servono a perseguire questi scopi, come distinguiamo la professione museale da quella del gallerista?
In altre parole, che lavoro fa chi lavora in una galleria d’arte?
Per capire la professione del gallerista è fondamentale tenere a mente ciò che una galleria d’arte è, fin dalla sua comparsa nella società, e cioè un’attività commerciale, né più né meno.
In questo senso, il gallerista, vale a dire il proprietario o direttore (per conto del proprietario stesso) di una galleria, ha come primo obiettivo quello di selezionare artisti da mettere in vendita negli spazi a propria disposizione. In questo modo non aumenterà solo la reputazione e la ricchezza di quegli artisti, ma anche la propria (e la propria attività, ovviamente).
Questo lavoro di selezione di artisti avviene attraverso il networking con altri galleristi, con curatori, con critici d’arte; avviene frequentando fiere specializzate o biennali; avviene, infine, documentandosi continuamente, tastando il polso della scena culturale nella propria città o nella propria nazione, andando a ricercare talenti sul punto di esplodere sulla scena, assicurandosi un rapporto di esclusiva con loro o con nomi già consolidati.
Il direttore di museo può svolgere quanto sopra come attività legate al proprio lavoro, ma l’aspetto commerciale non è presente: può organizzare mostre di artisti emergenti per attirare nuovo pubblico, e documentarsi e tenersi aggiornato è nel suo interesse, ma non è un commerciante.